Serie D: Parola a Coach Cristiano Tofi!

Serie D: Parola a Coach Cristiano Tofi!

Da oggi, in attesa che i campionati possano ripartire, punteremo la lente di ingrandimento su ogni gruppo del settore pallacanestro, incontrando i coach ed i loro staff, per cercare di capire numeri e curiosità su quello che succede in palestra. Il primo è certamente il coach della serie D, Cristiano Tofi, che siamo andati a trovare in quel di Acquasparta, dove lavora con i senior da ormai tre settimane.


Allora Coach, dopo queste prime settimane, quali sono le tue impressioni?
Certamente positive. Ho accettato questa panchina anche perché conoscevo già buona parte dei ragazzi ed ero consapevole del valore umano del gruppo. Devo sottolineare che in queste prime serate insieme ci sono state pochissime defezioni e questo significa voglia di fare e di dimostrare.
Il gruppo è particolarmente affiatato, anche perché parecchi di loro hanno giocato insieme fin da bambini e questo può fare la differenza, soprattutto nei momenti più difficili del campionato.


Da un punto di vista tecnico? Quali sono gli aspetti che hai notato maggiormente?
La rosa a disposizione è principalmente di esterni e sicuramente il gioco che vorremo fare sarà basato proprio sulla dinamicità e atletismo, fermo restando che cercheremo di appoggiarci sempre sui nostri pivot.
Probabilmente alcuni di loro dovranno riuscire ad essere giocatori trasversali, giocando fuori, ma aiutandoci anche nel pitturato, muovendosi da ali forti, magari rispettando le loro caratteristiche tecniche.
Sarà centrale per trovare il giusto equilibrio in campo e fuori.


Ora per te arriva probabilmente il periodo più difficile, cioè quello di motivare i ragazzi, che hanno davanti almeno altre 5 settimane di lavoro prima di iniziare il campionato. Cosa pensi di fare?
Iniziando questa stagione ci stiamo accorgendo che è tutto diverso, dall’igienizzazione delle mani e dei palloni alla cura per tanti protocolli da dover rispettare. Dobbiamo capire per prima cosa questo. Vorrei molto giocare delle amichevoli, ma in questo momento risulta difficile anche capire se realmente si possa fare. E’ chiaramente difficile per i ragazzi, sono stato giocatore e conosco bene le sensazioni che si provano dopo aver fatto un duro lavoro atletico in preparazione di qualcosa che però stenta ad arrivare.
Cercheremo di lavorare su quelli che sono i presupposti del nostro gioco offensivo e difensivo per presentarci al campionato ancor più organizzati.


E allora, se puoi dircelo, cosa pensi di fare tatticamente?
Per ora non c’è un chiaro movimento da giocare. Diciamo che anche in base al materiale umano che mi è stato dato, proverò a fare qualcosa di più difficile, ma fondamentale in giocatori giovani come i nostri: leggere le situazioni.
La capacità di lettura è la reale differenza tra un giocatore mediocre ed uno buono; per questo mi sono riproposto, insieme alla società con la quale c’è totale unità di intenti, di crescere i giovani soprattutto su questo aspetto. Abbiamo alcuni di loro che vengono da esperienze importanti; saranno loro a dover dimostrare quel qualcosa in più, permettendoci di trovare nelle loro prestazioni i punti fermi per una crescita che deve essere di tutti. Parliamo di una squadra dove un ventisettenne può considerarsi “vecchio”. Metteremo in campo allora tutta la nostra gioventù, cercando di insegnare a rallentare quando serve.


Un’ultima domanda te la facciamo su di noi. Cosa ti aspettavi e cosa hai trovato?
In realtà io conoscevo già la società, chi ne fa parte, ed anche i giocatori, avendo seguito diversi di loro qualche anno fa. Ho trovato esattamente quello che mi aspettavo, per questo sono felice di aver accettato questo ruolo di coach della serie D, simbolo di un movimento sano, fatto di persone oneste e vogliose di fare bene. Ho giocato ad Acquasparta, da playmaker, qualche anno fa. Conservo ancora tantissimi ricordi bellissimi di un campionato vinto e tanta gente a tifarci. Rimane uno dei campi più belli della nostra Umbria, un vanto per noi.


Chiudiamo proprio con una domanda sul pubblico. Quanto ti manca?
Tanto. La speranza è di poter vedere il palazzetto pieno proprio come ai miei tempi. Una cornice così ripagherebbe di tutti gli sforzi che comporta lavorare duramente, tornando a casa tardi.
Di certo sarà un percorso lungo, ma noi dobbiamo sperare di poterli rivedere presto sugli spalti. Giocare con un pubblico eleva all’ennesima potenza la prestazione sportiva, ma più in generale il nostro sport!

Speriamo che questo sogno possa realizzarsi presto, perché vorrebbe dire che anche noi come società, insieme ai ragazzi in campo, avremmo vinto una partita molto più importante. Ci salutiamo con Coach Tofi con questa speranza.
Buon lavoro coach!